17 Agosto 2016

Amarcord di Pippi D’Astore

LA STORIA – Parte prima (1978 / 1993)

 

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Per oltre trent’anni dapprima sui terreni di gioco ( è arrivato a dirigere gare di serie C ) e poi come presidente della Sezione, D’Astore è stato l’arbitro per eccellenza di Casarano, conosciuto ed apprezzato da tutti gli sportivi. Passate ad altri le incombenze sezionali, nel ’92 è chiamato a mettere la sua esperienza al servizio della locale squadra di calcio. Un prestito che la sezione concede volentieri convinta che questi scambi possano servire a maturare i rapporti fra le diverse componenti del mondo del calcio. Autentica memoria storica non possiamo fare a meno della sua testimonianza nel ricordare le motivazioni che lo portarono dapprima a diventare arbitro e poi ad essere il promotore della fondazione della sezione di Casarano.
Cosa ti spinse a diventare arbitro?
Come tutti i giovani ho iniziato giocando a calcio in una piccola società del mio paese, la Casaranese, ma non dovevo brillare se negli allenamenti venivo impiegato come arbitro. Svolgevo anche le funzioni di segretario e come tale avevo facile accesso negli spogliatoi degli arbitri, opportunità che mi ha consentito di conoscerli e stimarli. La passione è venuta a poco a poco e alla prima occasione mi sono iscritto a un corso per arbitri.
Come accolsero la notizia i tuoi familiari?
Non certo con entusiasmo, ma mi lasciarono libero nella mia decisione perchè si trattava di una passione sana che mi avrebbe consentito di continuare a fare dello sport.
Come raggiungevi Lecce per frequentare il corso?
Con passaggi di fortuna. Piccoli artigiani calzaturieri del mio paese,si recavano ogni giorno a Lecce per le consegne ed io ne approfittavo in quanto non c’erano mezzi pubblici nelle ore serali. Una volta tornai a casa a mezzanotte e in taxi da Lecce fra la preoccupazione e il disappunto dei miei genitori. Da chi partì l’iniziativa per la creazione della sezione arbitri a Casarano?
Dal CRA pugliese, dai giovani arbtiri e dagli stesse dirigenti della sezione di Lecce, in particolare Peciccia e Corallo, per evidenti esigenze logistiche data la vastità del territorio di competenza. Già da qualche anno per gli stessi motivi a Casarano si tenevano dei corsi per allievi arbitri, io stesso ne ero l’istruttore chiedendo ospitalità alle ACLI e al Casarano Calcio.
Come fu accolta la notizia dagli sportivi di Casarano?
Sicuramente con orgoglio e per motivi campanilistici ( non avrebbero più letto il mio nome seguito immancabilmente da Lecce ).
Ci fu sostegno da parte delle autorità cittadine?
Sicuramente, ma solo morale, in concreto niente per mancanza di mezzi
Quali furono le difficoltà iniziali?
Logistiche, di natura economica e di conduzione, in quanto erano pochissimi i colleghi anziani che potessero istruire e consigliare i giovani.

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